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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

I meravigliosi e faticosi due anni.

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Foto di MammeCreative.it Sento spesso parlare dei "terribili due anni" e qualche volta mi capita di leggere articoli riportanti questa definizione;  vi confesso che sono infastidita da quest'etichetta che viene attribuita ad un normale processo  evolutivo.  Mi dispiace  ancor  più riscontrare che frequentemente questa definizione proviene da coloro  che dovrebbero offrire sostegno ai genitori: a mio avviso il supporto dovrebbe consiste nello spiegare l'importanza di quei capricci che paiono così difficili da gestire e come la mediazione ed il compromesso siano la via, piuttosto che cedere per sfinimento o espldere con un'inutile sculacciata da cui il bambino poco impara. Innanzitutto concedetemi di sdrammatizzare con una battuta:"Se vi sembrano terribili i due anni aspettate che ne abbiano 15!" È vero, un bambino di due anni dice "sempre" No, sfida e provoca!  Ecco, siatene contenti. Avete almeno due importanti ragioni per gioi

Quel che resta della parola "educazione".

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Immagine dal web.  In questo tempo, in cui troppi genitori pare abbiano perduto il senso del limite, in cui spesso si preferisce conquistare la benevolenza di un figlio (evitando di mettersi in gioco), invece di preoccuparsi di dare al figlio limiti e strumenti per divenire un adulto empatico e resiliente, è necessario confrontarsi con la domanda: "Cosa resta dell'educazione?" A questo proposito Vi invito a leggere "Quel che resta della parola "educazione" , scritto da  Massimo Recalcati e pubblicato su la Repubblica.  Buona lettura e buona riflessione...